I rifiuti urbani e i rifiuti speciali, in seguito alla raccolta, sono destinati allo smaltimento, che si concretizza soprattutto nelle discariche. Soprattutto negli ultimi anni, l’attenzione verso l’ambiente è cresciuta sempre di più, anche grazie alla disciplina legislativa in tema. Ce lo ricorda il team di Gianluigi Rosafio che attraverso il blog di Taurisano approfondisce interessanti argomenti in materia di green economy. Sono molte le aziende che si occupano di smaltimento rifiuti. L’attività di queste si basa principalmente sul Codice dell’Ambiente. Proprio all’interno di questo Codice, è l’articolo 183, lettera z), a fornire una definizione dell’attività di smaltimento rifiuti portata avanti dalle aziende specializzate. L’attività di smaltimento rifiuti è definito come “qualsiasi operazione diversa dal recupero, anche quando l’operazione ha come conseguenza secondaria il recupero di sostanze o di energia”. Inoltre, ancora il Codice dell’Ambiente elenca le attività di smaltimento portate avanti dalle aziende specializzate ed inserisce nell’elenco le seguenti operazioni: “deposito sul o nel suolo (discarica); trattamento in ambiente terrestre con biodegradazione di rifiuti liquidi o fanghi nel suolo; iniezioni in profondità; scarico dei rifiuti solidi nell’ambiente idrico; seppellimento nel sottosuolo marino; trattamenti biologici o chimici che danno origine a evaporazione, essiccazione, calcinazione, incenerimento a terra o in mare; depositi permanenti”. Lo smaltimento dei rifiuti da parte di un’azienda specializzata nel settore, ricorda da Taurisano il team di Gianluigi Rosafio, deve essere effettuata seguendo con scrupolo le regole di assoluta sicurezza, purché la salute dell’uomo non sia messa in pericolo, senza usare procedure e metodi che possano mettere a rischio l’ambiente circostante. L’articolo 182 del Codice Ambientale, poi, disciplina l’avviamento a smaltimento; prima di svolgere questa attività, l’azienda deve verificare se esiste una possibilità tecnico-economica di procedere a operazioni di recupero dei rifiuti stessi. Per svolgere un’attività di smaltimento in discarica, le aziende che operano in questo settore devono far riferimento al Decreto Legislativo numero 36 del 2003, in cui una discarica è suddivisa in tre diverse categorie: quella per rifiuti inerti, quella per rifiuti non pericolosi e quella per i rifiuti pericolosi.
Inoltre, il Decreto Legislativo evidenzia le secondo quali regole le discariche devono essere costruite e gestite, affinché queste rispettino la salute e l’ambiente. Qualora, l’azienda debba occuparsi dei rifiuti urbani non differenziati, dovrà usare “una rete integrata e adeguata di impianti e, salvo appositi accordi o stati di emergenza, risulta vietato smaltire i rifiuti urbani non pericolosi in regioni diverse da quella di produzione”, come prevede ancora una volta il Codice. All’interno di un’azienda di smaltimento rifiuti, è il Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti che si occupa dell’adeguato coordinamento nella gestione dei rifiuti. Questa figura è stata istituita con il Decreto Ministeriale numero 120 del 3 giugno 2014. Questa funzione può essere ricoperta sia da una figura che è già presente all’interno dell’azienda di smaltimento rifiuti (il rappresentante legale, il titolare o un dipendente), sia da una figura esterna, che funge da consulente. Il Responsabile Tecnico ha il compito di vigilare sul rispetto e sull’applicazione delle normative in vigore all’interno di un’azienda che si occupa di smaltimento dei rifiuti. Infatti, è un esperto che ha compito di gestire il ciclo di gestione dei rifiuti, avvicinando alle competenze tecnico-scientifiche, quelle afferenti alla sicurezza sul lavoro e al rispetto dell’intera disciplina normativa.