Diverse persone si sono domandate come sia possibile trattare correttamente le parti che contengono le pericolose fibre in amianto. Purtroppo, può ancora capitare di imbattersi in parti che contengono il materiale cancerogeno e domandarsi come trattarlo al meglio. In questa breve guida, vediamo in particolare il sistema del confino che spesso gli esperti di smaltimento amianto utilizzano.

Quando si sceglie il confino

Il sistema del confino è molto usato poiché capita spesso di trovare all’interno di edifici, fabbricati, costruzioni, infrastrutture, etc. dei prodotti che contengono amianto. In passato, infatti, la quanto spesso veniva usato assieme al cemento e non è quindi possibile procedere con la rimozione del prodotto altrimenti l’edificio smetterebbe di esistere. L’amianto poteva anche essere utilizzato per tetti, solai e parenti per ciò stesso capita di trovare questo tipo di prodotto utilizzato come isolante. Quando non è possibile togliere l’amianto, bisogna progettare una soluzione che elimini il rischio di venire in contatto con le pericolose fibre volatili.

Come si procede con il confino

Quando si decide di trattare i prodotti contenenti fibre di amianto pericolose per la salute, concretamente si realizzano delle barriere architettoniche. Nel momento in cui il prodotto che ha le fibre di amianto è molto esteso e non è possibile rimuoverlo o spostarlo, si procede realizzando una sorta di controparete o controsoffitto. Nella maggior parte dei casi, si utilizza il cartongesso, un prodotto molto usato in edilizia perché veloce da usare e anche poco costoso. Il cartongesso si utilizza per creare barriere che impediscano il contatto con il materiale pericoloso. La fuoriuscita delle fibre cancerogene è bloccata grazie a questa soluzione.

La fase di monitoraggio

Dato che il prodotto che contiene le pericolose fibre di amianto non è stato totalmente rimosso ma ancora è presente, bisogna attuare anche una fase successiva a quella del confino. Si tratta della fase di controllo e monitoraggio, il cui scopo è quello di verificare la buona riuscita dell’intervento e l’effettivo azzeramento del rischio. Se le condizioni dovessero cambiare, grazie al continuo monitoraggio, si possono attuare ulteriori azioni.

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